L'Associazione

Laboratorio Lapsus è un’Associazione di Promozione Sociale che opera nel campo della ricerca, della didattica e della divulgazione della storia contemporanea. L’idea che ci sta a cuore è tenere legate queste tre dimensioni del “maneggiare” i contenuti storici per produrre e curare progetti culturali di diverso genere, come laboratori per scuole e centri educativi informali, mostre, documentari, spettacoli teatrali, programmi radiofonici, raccolte di testimonianze, corsi in presenza e online, iniziative pubbliche, presentazioni, seminari e molto altro.

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LAPSUS – LABORATORIO DI ANALISI STORICA DEL MONDO CONTEMPORANEO

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La nostra storia

Laboratorio Lapsus nasce come collettivo informale negli spazi dell’Università Statale di Milano col nome completo di Lapsus – LAboratorio Progettuale Studenti Universitari di Storia. Durante questa prima fase, fatta di dibattiti e confronto, impostiamo la struttura organizzativa del gruppo – da sempre assembleare e orizzontale -, i principi fondativi, la missione politica e le curiosità di ricerca, cominciando così ad osservare con uno sguardo critico il mondo accademico e ipotizzando collettivamente alcune alternative percorribili: una diversa didattica della storia è possibile e la divulgazione è un’azione tanto nobile quanto la ricerca scientifica.

Nell’ottobre 2009, all’apertura del nuovo anno accademico, organizziamo il nostro primo convegno in università, dedicato allo studio della Strategia della tensione. Lo stesso anno, da questa esperienza nascerà un laboratorio universitario, il primo dei tredici che si terranno ogni anno fino al 2016 su temi diversi e che sono stati fondamentali per fare quello che in gergo chiamiamo “auto-formazione”: approfondire nuove tematiche attraverso un approccio operativo e, parallelamente, offrire un’occasione di arricchimento per le altre persone. Questi momenti sono stati essenziali per avvicinare nuove persone a Laboratorio Lapsus ed è così che molti nuovi membri della squadra si sono affiancati al progetto. Nello stesso periodo iniziamo ad essere chiamati nelle scuole superiori per parlare di storia: prima durante le autogestioni, poi con i nostri laboratori storico-tematici, che tutt’ora svolgiamo.

Questo è un anno fondamentale perché inaugura la mostra Chi è Stato? La Strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1974) e decidiamo di diventare un’associazione culturale perché molti non sono più studenti e vogliamo dare un’orizzonte a Laboratorio Lapsus anche oltre l’università. 

La mostra è il primo grande progetto di divulgazione storica fatto in modo indipendente, frutto di una ricerca sulle carte dei processi per la strage di Brescia. Viene inaugurata in Statale, con una performance artistica che blocca l’atrio e cattura l’attenzione.

Un anno cruciale, inoltre, perché il gruppo si infoltisce, ci concentriamo su nuovi temi e iniziamo a portare i nostri laboratori nelle scuole in modo sempre più strutturato.

All’inizio del 2012 prende corpo il nostro secondo progetto di divulgazione storica, Eros, Rivoluzione e Musica, uno spettacolo di teatro-storia ideato insieme ad Aldo Giannuli e realizzato grazie ad Arcobaleno Danza, sotto la direzione artistica di Cristina Spinetti. La prima rappresentazione sarà ospitata alla Fondazione Corriere della Sera, dopo un percorso di progettazione di quasi un anno durante il quale, in parallelo, sei di noi scrivevano le tesi triennali e magistrali. Al termine del 2013, infatti, non siamo più studenti. Ora si naviga in mare aperto: ci sarà spazio per Laboratorio Lapsus fuori dall’accademia? E ci sarà fame di storia fuori dall’università?

Mentre ci interroghiamo su quale sia il nostro posto nel mondo, nuovi progetti e nuove collaborazioni si presentano alla porta. In occasione del centenario della Prima guerra mondiale, in primavera partecipiamo al nostro primo collection day presso la Fondazione Corriere della Sera e nella stessa estate progettiamo insieme a Radio Popolare il programma crossmediale Autista Moravo. Fare ricerca sulla WW1 ci insegna a non dare per scontato nulla, problematizzando anche gli argomenti storici più frequentati.

Dopo un lungo travaglio di ricerca che ci ha permesso di imparare a scrivere collettivamente e lavorare come un vero e proprio team, vede la luce la mostra multimediale ‘900 Criminale. Mafia, Camorra e ‘ndrangheta, il terzo ambizioso progetto di divulgazione targato Laboratorio Lapsus, finanziato con crowdfunding. La mostra vuole far conoscere l’evoluzione storica delle principali organizzazioni criminali italiane, con un occhio critico sulla narrazione pubblica relativa a questi temi e dando spazio al mondo dell’antimafia sociale.

Un mondo intero di nuove possibilità progettuali si apre davanti a noi.

Inizia la collaborazione, che diventerà strutturale, con University of Lincoln (UK) e con IBCC Digital Archive per raccogliere e archiviare testimonianze sulla Seconda guerra mondiale. Ci approcciamo alla storia orale e ai suoi risvolti problematici, realizzando diverse interviste a ex-deportati/e di ANED – Associazione Nazionale Ex-Deportati nei campi nazisti. Ecco una nuova sfida: far emergere il bisogno di storia dal basso, le memorie subalterne e includerle nella narrazione pubblica.

Laboratorio Lapsus partecipa a diversi convegni dove racconta la sua esperienza come organizzazione culturale indipendente. Ci troviamo dall’altra parte della cattedra e per la prima volta prendiamo veramente coscienza di quel che abbiamo e stiamo costruendo collettivamente. Ci viene richiesto un workshop per i ricercatori e le ricercatrici di scienze sociali a Padova, per dare un senso ai saperi fuori dall’accademia. Nel frattempo organizziamo il nostro primo corso di formazione per insegnanti: sarà il primo di molti di cui alcuni in collaborazione con CDEC, MEIS, UniPa, che perfezioneremo negli anni a seguire. 



Dopo una serie di bandi falliti, arriva un’opportunità che sa di vera e propria svolta. Con il finanziamento di Fondazione Cariplo, iniziamo Diffusione Partecipata, un percorso multidisciplinare per incrementare e consolidare la partecipazione degli adolescenti alla vita culturale in cui affianchiamo, insieme ad altri, la programmazione teatrale di Zona K. “Collaborare” diventa la nostra parola d’ordine, applicando anche all’esterno ciò che eravamo abituati a fare da sempre tra di noi. Soprattutto in un ambiente culturale che spinge alla competizione e al ripiegamento sulla propria ricerca individuale, noi forziamo la mano al contrario, facendo rete il più possibile con tutti quei soggetti che, come noi, vogliono creare impatto sociale attraverso la cultura.

Mentre diamo sostegno e promozione a Sopra il vostro settembre, il documentario di Elio Catania sugli esuli cileni arrivati in Italia dopo il golpe del 1973, veniamo coinvolti da una rete internazionale per partecipare a un bando Creative Europe. Nasce così We Hope – Out of war experience, hope for the future – una raccolta di testimonianze, archiviazione digitale e rielaborazione artistica di storie di rifugiati/e in Europa e si intensificano le nostre collaborazioni internazionali. Nel segreto delle nostre camerette però, alcuni/e di noi, insieme ad altri autori esterni a Lapsus, sono già all’opera per far uscire Dopo le bombe. Piazza Fontana e l’uso pubblico della storia (Mimesis, 2019).

Innegabile che sia stato un anno tosto: tanti progetti saltati e uno spazio comunale vinto a bando a cui abbiamo dovuto rinunciare; ma siamo nati nella precarietà e sappiamo come surfare tra le onde dell’incertezza. Così escono: ad aprile il corso online Storia e memoria delle deportazioni nazifasciste, ospitato su Eduopen e creato insieme ad ANED; a settembre il kit didattico bilingue Why do they bomb us?, in collaborazione con University of Lincoln. La realizzazione di questi due progetti così complessi e importanti è il culmine di un percorso di crescita del gruppo che ha dimostrato coesione interna, maturità di ricerca e autorevolezza nel settore didattico-culturale.

E poi, con le riaperture, prendono corpo il nuovo format delle passeggiate urbane e Spread the voice of democracy, i talk sui moti di Stonewall per Triennale Teatro.

Da dove riprendere le fila per ripartire? In questo anno di interregno tra l’inizio della pandemia e il desiderio di tornare ad aggregarci, abbiamo compiuto 10 anni senza poterli festeggiare con chi per tutto questo lungo tempo ci ha sostenuto e supportato. Abbiamo cercato di non farci abbattere e tra accelerazioni e battute d’arresto, per quanto possibile, abbiamo ricominciato le nostre attività con i Centri di Aggregazione Giovanile, le presentazioni di libri e un nuovo progetto: i cineforum a Nuovo Armenia. Nei momenti di reclusione abbiamo scritto altri paper, come quello sull’uso della storia nei videogiochi per Diacronie o quella sulla memoria delle deportazioni per Novecento.org, abbiamo continuato a lavorare dietro le quinte per We Hope e a fine anno, una nuova sfida: il corso Storia delle rivoluzioni allo IED. Con la forza che ci viene dalla nostra storia, guardiamo avanti, sempre e ostinatamente.